Oasi di Silicio
Dal deserto alle megalopoli del futuro: come Neom e Stargate UAE stanno riscrivendo il destino del Golfo tra innovazione, potere e contraddizioni.
✍️ Editoriale
Nel deserto crescono chip e data center. Ma a quale prezzo?
Nel cuore del deserto, dove un tempo le carovane tracciavano rotte tra le dune, oggi sorgono visioni futuristiche che promettono di ridefinire il concetto stesso di città e società. Progetti come Neom in Arabia Saudita e Stargate UAE ad Abu Dhabi non sono semplici iniziative urbanistiche, ma manifestazioni tangibili di un'ambizione: trasformare il Golfo Persico da epicentro dell'oro nero a fulcro dell'innovazione tecnologica globale.
Neom, acronimo che fonde il greco "neo" (nuovo) e la lettera "M" per Mohammed, ma può anche essere intesa come "Nuovo Futuro", è il simbolo della Vision 2030 saudita. Con una superficie prevista di 26.500 km², pari a quella dell'Albania, questa megalopoli promette di essere un laboratorio a cielo aperto per energie rinnovabili, intelligenza artificiale e biotecnologie.
L'Arabia Saudita sa che il petrolio, per quanto ancora redditizio, non rappresenterà il motore eterno della sua economia. Le fonti fossili sono soggette a oscillazioni di mercato, pressioni ambientali e cambiamenti geopolitici. Neom, quindi, rappresenta un tentativo radicale di creare una nuova economia basata su innovazione tecnologica, turismo, energie rinnovabili, biotecnologie, e intelligenza artificiale. È anche un tentativo di attrarre talenti e capitali stranieri in una regione ancora segnata da restrizioni sociali e politiche.
Neom non è solo un progetto economico, ma anche un messaggio. Vuole essere la vetrina del nuovo volto dell'Arabia Saudita: aperta, tecnologicamente avanzata, proiettata verso il futuro. In realtà, questa immagine si scontra con le tensioni interne: la repressione del dissenso, i limiti alla libertà di espressione e i diritti umani restano criticità gravi. La costruzione di Neom ha comportato anche l’espulsione forzata di alcune tribù beduine che abitavano quei territori da generazioni, in particolare la tribù degli Howeitat, sollevando interrogativi sulla sostenibilità sociale e ambientale del progetto. Lettura consigliata, a tal proposito, è il rapporto The Dark Side of Neom pubblicato dell’organizzazione per i diritti umani araba Alqst.
Il paradosso di Neom è che per costruire un futuro "smart", si stanno cancellando memorie, culture e presenze che appartengono a un passato ancora vivo. Questo solleva una domanda più ampia: che tipo di futuro si vuole costruire, e per chi?
Le sabbie desertiche, da simbolo di isolamento, si stanno trasformando in piattaforme per data center, hub logistici, università tecnologiche e città laboratorio.
La recente visita del presidente Trump nella regione ha segnato un nuovo capitolo: Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita hanno siglato accordi per l’acquisto di centinaia di migliaia di chip AI e per la costruzione di campus di supercalcolo in partnership con OpenAI, Nvidia, Cisco e altri attori globali. Uno di questi progetti, “Stargate UAE”, sorgerà ad Abu Dhabi e garantirà accesso gratuito a ChatGPT Plus a tutta la popolazione. Un’operazione che è insieme geopolitica, economica e simbolica: gli USA cedono tecnologie strategiche per consolidare alleanze in un’area dove la Cina esercita sempre più influenza.
Questi investimenti si inseriscono in un quadro più ampio. I paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo stanno ridefinendo il proprio modello di sviluppo attraverso “schemi dorati”: permessi di residenza permanente per attrarre talenti, zone franche per favorire l’imprenditoria straniera, e progetti infrastrutturali ad alta intensità tecnologica. Il Bahrain, ad esempio, ha raccolto miliardi in investimenti grazie alla sua “Golden Licence”, mentre gli Emirati offrono piena proprietà straniera delle imprese in decine di aree speciali.
Il passaggio da petrostati a tecnostati è quindi tutt’altro che automatico. Se da un lato l’uso delle risorse accumulate dal petrolio per costruire una nuova economia appare razionale, dall’altro resta la questione fondamentale del controllo. Chi gestirà queste infrastrutture? Come saranno regolati i flussi informativi? Quali spazi di libertà avranno i cittadini in un contesto altamente digitalizzato ma ancora privo di democrazia liberale?
Byung-Chul Han, nel suo libro La società della trasparenza, avverte: “l'efficienza e l'accessibilità non equivalgono a libertà”. Senza una riflessione profonda su etica, governance e partecipazione, il rischio è di costruire un nuovo panopticon, perfetto e brillante, ma opaco nel suo funzionamento.
Il Golfo guarda avanti, e lo fa con una visione a lungo termine che manca spesso altrove. Ma proprio per questo — per la portata globale che questi progetti avranno — diventa urgente osservare e interrogare non solo le loro promesse, ma le loro premesse e ricordare che l’energia del futuro non sarà solo quella delle batterie o dei bit, ma quella delle società capaci di rendere l’innovazione accessibile, responsabile e davvero condivisa. Solo così le oasi di silicio del Golfo potranno diventare veri modelli di sviluppo sostenibile e inclusivo, anziché miraggi luccicanti nel deserto.
📺 VideoAI
L’era del “non credere ai tuoi occhi” è ufficialmente iniziata
Un finto telegiornale ha fatto il giro del web in questi giorni. Sembrava vero: immagini nitide, conduttori credibili, tono serissimo. Peccato che ogni singola parola fosse inventata. Nulla del video è reale: è stato invece generato interamente con Veo 3, la nuova AI video di Google. E’ ora evidente a tutti che il confine tra vero e falso si sta dissolvendo velocemente.
Quello che fino a ieri era un meme o una parodia da TikTok, oggi ha il potenziale per trasformarsi in propaganda di massa, manipolazione elettorale, panico sociale. Se già con un post testuale l’algoritmo può ingannarci, immaginate cosa può fare un video realistico in cui una finta giornalista, con voce e volto perfetti, vi dice che la banca centrale ha bloccato i prelievi.
Sora di OpenAI, Veo 3 di Google e gli altri modelli video stanno inaugurando un nuovo territorio: quello in cui l’occhio umano non è più in grado di distinguere la verità dalla finzione.
Ad aggiungere complessità alla questione, Veo 3 oltre alla generazione del video, ha iniziato a generare anche i dialoghi collegati. Quello che vedete qui sotto, ad esempio, è Pitagora che spiega il suo teorema nella sua scuola sulla costa Ionica. Sia il video che l’audio che ascoltate è stato generato dall’AI con un prompt banalissimo. Quanto ci vorrà a che questa tecnologia proponga un alto livello di realismo? Non ci scommetterei, ma non credo più di un paio d’anni.
E allora, alla luce di tutto questo, la domanda non è più “cosa è vero?”, ma “chi controlla ciò che sembra vero?”. Perché se chiunque può creare una realtà visiva credibile, la verità diventa opinione -ancora di più di quanto abbiamo vissuto negli ultimi anni-. E in un mondo dove ogni realtà è falsificabile, la fiducia si erode, la coesione sociale si sgretola e la democrazia vacilla.
Benvenuti nell’era dell’iper-realtà.
Dove “vedere per credere” non vale più.
🌴 Turismo
Troppo successo su TikTok: le Baleari scaricano gli influencer
Le Baleari avevano un piano: usare gli influencer per deviare il turismo dalle spiagge iper-affollate verso angoli più nascosti, dove il mare è ancora limpido e la sabbia non è ancora un ricordo sbiadito. Un’idea sensata, almeno in teoria. E all’inizio ha anche funzionato.
Il problema? Ha funzionato anche troppo bene.
Grazie ai post sponsorizzati, calette come Caló des Moro sono diventate virali su TikTok, Instagram e compagnia. I numeri parlano da soli: da 100 visitatori al giorno a oltre 4.000. Ogni. Singolo. Giorno.
Risultato: le istituzioni locali, le stesse che avevano promosso questi luoghi con entusiasmo e budget pubblici, ora stanno facendo marcia indietro. Via le foto dai siti ufficiali, giù i contenuti dai portali turistici, silenzio stampa imposto ai media locali. Come se il problema non esistesse, o potesse sparire semplicemente smettendo di nominarlo.
Il paradosso è servito: il marketing territoriale ha funzionato alla perfezione, ma si è trasformato in un boomerang. L’overtourism ha snaturato quei paradisi che dovevano essere tutelati, rendendoli invivibili — per chi ci abita e per chi ci arriva, magari dopo ore di fila e posteggi impossibili.
📌 Possiamo dirlo chiaramente: il marketing ha vinto. Ma la destinazione ha perso.
🇮🇹 E in Italia?
Il 2024 ha già registrato un record: oltre 458 milioni di presenze turistiche, +2,5% rispetto al 2023. Numeri da capogiro che confermano l’Italia tra le mete più desiderate al mondo.
Ma il rovescio della medaglia è pesante. Secondo un’indagine Ipsos:
nel 50% dei casi, l’overtourism riduce la qualità della vita nei luoghi colpiti.
nel 40% provoca tensioni tra residenti e turisti.
nel 38% danneggia direttamente gli ecosistemi locali.
Serve una nuova idea di turismo, che punti su sostenibilità, stagionalità e limite, altrimenti, ogni scorcio nascosto rischia di diventare la prossima Caló des Moro: una vittima della propria bellezza. Il valore di una destinazione non si misura solo in click, ma in equilibrio con chi quei luoghi li vive, non li “consuma”.
🏛️ Pubblica Amministrazione
AI nei contratti pubblici: l’Australia detta il passo
Il Governo Australiano ha pubblicato un set di clausole contrattuali “modello” per l’intelligenza artificiale pensate per il settore pubblico. Il cuore dell’approccio? Modularità e adattabilità: le clausole si adattano al livello di rischio e all’uso dell’AI, con sezioni personalizzabili per scenari diversi -sviluppo su misura, fornitura di sistemi, servizi in cloud-. Grande attenzione viene data a sicurezza, trasparenza, conformità e monitoraggio continuo.
Un approccio molto più pratico e realistico rispetto a quello europeo, dove le MCC-AI legate all’AI Act sono più rigide e focalizzate soprattutto sulla compliance normativa. Mancano infatti riferimenti chiari su temi essenziali come responsabilità, IP e gestione dei dati.
Negli Stati Uniti, invece, non esiste ancora uno standard: la discussione è aperta, ma manca un framework operativo. Il Texas fa pressioni per una regolamentazione, si attendono linee guida federali, ma intanto il procurement è lasciato all’improvvisazione.
L’Australia, quindi, propone un modello flessibile e attuabile subito. L’Europa impone, gli USA riflettono. Ma chi compra AI oggi ha bisogno di strumenti concreti, non solo buone intenzioni.
🔏 Privacy
Meta userà i tuoi dati per addestrare l’AI, a meno che tu non ti opponga
Dal 26 maggio 2025, Meta – la società dietro Facebook e Instagram – inizierà ad utilizzare i contenuti pubblici degli utenti per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale, come il chatbot Meta AI e il modello linguistico LLaMA. A meno che non ci si opponga esplicitamente.
Il Garante Privacy ha diffuso un avviso chiaro: gli utenti hanno il diritto di opporsi. Non solo chi ha un account su Facebook o Instagram, ma anche chi non è iscritto ma i cui dati possono essere apparsi online (es. in foto, commenti o tag altrui). E la possibilità di opporsi riguarda anche altri operatori AI come OpenAI, DeepSeek o Google.
Chi si oppone entro fine maggio può impedire a Meta di usare tutti i propri dati personali per il training dell’AI. Chi lo farà dopo, potrà impedire l’uso solo dei contenuti futuri. I dati dei minori, invece, sono esclusi di default, anche se non si esclude che possano finire online attraverso post pubblicati da adulti.
⚠️ Il Garante, insieme ad altre autorità europee, sta verificando la legittimità di questo trattamento fondato sul “legittimo interesse” e chiede trasparenza su come verranno trattate, ad esempio, le immagini dei minori.
📌 I moduli per esercitare il diritto di opposizione si trovano qui:
Per comodità vi inserisco di seguito anche il testo da incollare nei moduli. SPOILER: incollare sui post non serve a niente…va fatta comunicazione attraverso i canali dedicati.
Con la presente intendo esercitare il mio diritto di opposizione, ai sensi dell’articolo 21 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), al trattamento dei miei dati personali per finalità di addestramento, sviluppo e miglioramento di sistemi di intelligenza artificiale, tra cui chatbot, modelli linguistici e altri strumenti automatizzati.
Mi oppongo in particolare all’utilizzo, per tali scopi, dei contenuti da me generati (post, commenti, immagini, metadati, ecc.) nonché di qualsiasi altro dato personale derivante dall’uso dei vostri servizi.
Chiedo che questa opposizione venga rispettata con effetto immediato e che i miei dati non vengano inclusi né utilizzati nei processi di addestramento di sistemi di IA, anche laddove pubblicamente accessibili.
Richiedo inoltre conferma dell’avvenuta presa in carico della presente istanza.
Un piccolo gesto burocratico per tutelare un diritto fondamentale: quello di decidere se i nostri dati devono contribuire – o no – all’addestramento delle intelligenze artificiali.
💊Pillole
Un team cinese ha sviluppato lenti a contatto che permettono di vedere la luce infrarossa, trasformandola in colori visibili senza bisogno di alimentazione. Ancora in fase sperimentale, la tecnologia apre scenari futuri per espandere la percezione umana.
Il cofondatore di Valve, Gabe Newell, ha presentato Starfish Neuroscience: una startup che entro fine 2025 lancerà un chip cerebrale wireless, grande quanto un’unghia, pensato per trattare disturbi neurologici come il Parkinson. Diverso da Neuralink di Musk, il dispositivo è privo di batteria, consuma pochissimo e interagisce con più aree del cervello.
Le librerie indipendenti USA stanno vivendo una rinascita grazie a giovani motivati da ideali culturali e sociali. Dal 2016, il numero di membri dell'American Booksellers Association è più che raddoppiato, con oltre 3.200 sedi attive . C’è vita oltre Trump.
La fintech svedese Klarna, pioniera del modello "Buy Now, Pay Later", ha registrato 99 milioni di dollari di perdite nel primo trimestre del 2025 e un aumento del 17% nei crediti inesigibili. Sempre più utenti (prevalentemente USA) faticano a rimborsare i prestiti. L’azienda ha rinviato la sua IPO e sostituito il 39% del personale con chatbot per abbattere i costi. Il caso solleva interrogativi sulla sostenibilità del credito facile e sulla responsabilità nel consumo digitale.
Se il dating diventa deepFake: l’AI sta cambiando il dating online: gli utenti usano immagini generate dall’AI e strumenti come ChatGPT per scrivere profili e risposte. App come Tinder e Hinge stanno integrando queste tecnologie.
Nel 2024 il gruppo italiano Teamsystem ha raggiunto oltre 1 miliardo di euro di ricavi (+19%), spinto da innovazione e crescita internazionale.
🎬 Pop
Quando il Rock salvò il Sacro Graal
Nel 1974, per finanziare Monty Python and the Holy Grail, la troupe comica si rivolse a icone del rock: i Led Zeppelin contribuirono con 31.500 £, i Pink Floyd con 21.000 £ e Ian Anderson dei Jethro Tull con 6.300 £. Questi fondi permisero di coprire il budget di 282.035 £, trasformando un progetto rischioso in un cult immortale.