Turismo smart: l’IA che salva viaggi e vacanze
Dalla gestione dei voli agli hotel di lusso, la tecnologia trasforma il settore turistico per garantire efficienza, personalizzazione e maggiore soddisfazione dei viaggiatori.
✍️ Editoriale
Nel mondo del trasporto aereo, la puntualità non è mai stata una sfida facile, ma oggi più che mai assume un significato cruciale, diventando un indicatore di resilienza e capacità di adattamento. British Airways ha recentemente annunciato un miglioramento significativo nella puntualità dei suoi voli, grazie a investimenti consistenti in tecnologia avanzata e intelligenza artificiale. Nel primo trimestre del 2025, la compagnia ha raggiunto un tasso di puntualità dell’86% sui voli in partenza da Heathrow, un risultato che segna un netto miglioramento rispetto al 46% registrato nel 2008 e testimonia un passo avanti importante in un settore sotto forte pressione.
I dati raccontano di un sistema che si è trovato a gestire sfide senza precedenti: dopo la pandemia, le cancellazioni sono aumentate notevolmente, passando dal 1,2% del 2019 al 4,6% del 2022, mentre i ritardi superiori ai 15 minuti hanno quasi raddoppiato, raggiungendo il 29%. Milioni di passeggeri hanno subito disagi rilevanti, con oltre 1,7 milioni di cancellazioni solo nel 2022. Questi numeri, tuttavia, non sono stati un semplice ostacolo, ma un fattore scatenante per l’adozione di soluzioni innovative.
British Airways ha destinato 100 milioni di sterline a tecnologie basate su IA che permettono di prevedere guasti tecnici, ottimizzare la gestione degli equipaggi, coordinare i gate e monitorare condizioni meteorologiche in tempo reale. I risultati già si vedono: nel solo primo trimestre 2025, l’uso dell’IA ha consentito di ridurre i ritardi di oltre 400.000 minuti complessivi, trasformando l’esperienza di viaggio e ridando fiducia ai passeggeri. Questa trasformazione, tuttavia, non riguarda solo il mondo dell’aviazione.
Il turismo nel suo complesso sta assistendo a una rivoluzione simile, dove l’intelligenza artificiale e la tecnologia avanzata assumono un ruolo chiave nel migliorare l’esperienza del cliente e gestire le complessità logistiche.
Un esempio concreto arriva dal settore crocieristico, dove compagnie come Royal Caribbean hanno implementato sistemi di AI per gestire il flusso di passeggeri nei porti e ottimizzare le procedure di imbarco, riducendo tempi di attesa e sovraffollamenti. Allo stesso modo, negli hotel di lusso, Marriott International sta rivoluzionando il modo di fare accoglienza grazie a un mix di tecnologia avanzata e strategia centrata sull’innovazione. Marriott punta a un’integrazione profonda di intelligenza artificiale, dati e marketing digitale per creare esperienze personalizzate e omnicanale.
Attraverso piattaforme che analizzano in tempo reale le preferenze dei clienti, Marriott offre servizi su misura — dalla prenotazione fino al soggiorno — anticipando bisogni e migliorando l’efficienza operativa. L’uso di AI per la segmentazione avanzata, il pricing dinamico e la gestione della reputazione online consente di ottimizzare le risorse e aumentare la soddisfazione degli ospiti, trasformando l’ospitalità in un’esperienza fluida e digitale, ma sempre calibrata sull’attenzione al dettaglio umano.
Nell’ambito dei trasporti locali, città come Barcellona e Singapore hanno adottato sistemi intelligenti per il monitoraggio del traffico e l’integrazione multimodale, coordinando meglio autobus, metro e taxi per ridurre i tempi di spostamento e migliorare la puntualità degli spostamenti, elementi fondamentali per un turismo fluido e senza intoppi.
In Italia, realtà come Alpitour utilizzano l’AI per creare offerte su misura, analizzando dati e preferenze dei clienti per costruire pacchetti viaggio sempre più personalizzati. Questo approccio non solo migliora l’esperienza del turista, ma crea anche un legame più profondo e duraturo tra operatore e viaggiatore, ampliando gli orizzonti del turismo esperienziale.
Parallelamente, Visit Trentino ha adottato strumenti digitali e chatbot multilingue che rispondono in tempo reale alle esigenze dei visitatori, guidandoli con informazioni aggiornate e suggerimenti personalizzati. È un esempio di come la tecnologia possa supportare non solo la logistica, ma anche il racconto del territorio, favorendo un turismo più consapevole e partecipato.
Eppure è incredibile pensare che in questi giorni la FAA, in un’audizione al senato americano, ha dichiarato che muove 45.000 voli al giorno con floppy disk e Windows 95: tecnologia da museo che, proprio grazie alla sua semplicità, non è -quasi- mai andata in stallo.
Ma nell’era dell’AI, dove l’efficienza richiede dati in tempo reale e automazione spinta, questa affidabilità “antica” diventa il pedaggio pagato a un cielo che non vuole - o non può - decollare verso il futuro.
L’adozione dell’IA nel settore turistico e logistico rappresenta quindi molto più di una semplice evoluzione tecnologica: è un’opportunità per ripensare il modo in cui viaggiamo, lavoriamo e ci connettiamo. In un mondo dove la complessità rischia di sovrastare la capacità di gestione, l’intelligenza artificiale offre una bussola preziosa, ma il vero progresso si misura nella capacità di mantenere al centro la dimensione umana dell’esperienza.
Solo così potremo trasformare un volo in ritardo da fastidio inevitabile a occasione di affidabilità ritrovata, e un viaggio in una esperienza che, oltre a muoverci nello spazio, ci fa muovere nella consapevolezza e nella fiducia reciproca.
🧠 LLM & Etica
L’illusione dell’empatia: perché ci affezioniamo a ChatGPT mentre l’IA non “pensa” affatto
OpenAI ha rilevato un fenomeno curioso -e un po’ inquietante-: sempre più utenti ringraziano ChatGPT come fosse un amico, confidano segreti, a volte gli attribuiscono perfino una coscienza. Joanne Jang, che guida il team “model behavior”, ammette che il rischio di dipendenza emotiva è reale e annuncia un nuovo tono del bot -gentile ma mai “senziente”- per frenare l’antropomorfismo dilagante.
Ma, mentre gli utenti umanizzano la macchina, Apple smonta la narrativa opposta.
Con uno studio elegante -e sottilmente polemico-, Apple ha pubblicato un paper intitolato The Illusion of Thinking, che mette in discussione le capacità “razionali” dei modelli linguistici come ChatGPT e Claude. Il punto? Quando queste AI danno risposte che sembrano intelligenti, spesso stanno solo bluffando bene.
Apple ha testato diversi LLM su domande in cui bastava cambiare una parola per mandare in tilt la logica del modello. Risultato: i modelli cadono facilmente in trappola. Non capiscono davvero, ma riconoscono pattern, e li ripetono. Convincenti, ma non coerenti.
Il paradosso è tutto qui: più sembrano intelligenti, più rischiamo di sovrastimarli.
Un messaggio che Apple manda anche a chi costruisce prodotti: “attenzione a usare questi strumenti in ambiti critici tipo salute, educazione, sicurezza”. Se l’AI sbaglia con sicurezza, l’errore passa inosservato. Ma resta errore. E tra le righe del paper, Apple lascia intendere che il futuro non è nei modelli “più grandi”, ma in quelli più controllabili. E meglio allineati alla realtà.
Steven Sinofsky, ex boss di Microsoft Office, commenta il paper di Apple e tuona contro la tendenza a descrivere i modelli come creature coscienti: quell’“hubris” gonfia le aspettative, alimenta panico regolatorio e finisce per deludere gli utenti quando l’algoritmo sbaglia.
Per Sinofsky il problema non è la tecnologia - “generazionale” e utilissima - ma il linguaggio che la circonda: parlare di LLM che “capiscono”, “decidono” o “mentono” spinge le persone a fidarsi della macchina come fosse un esperto umano, lo stesso abbaglio che trasformò Clippy in un meme. Peggio: regole pensate per esseri senzienti rischiano di soffocare strumenti che, in realtà, restano calcolatrici potenziate.
Il teologo e ethicist Paolo Benanti rilancia: se l’AI risponde e rispecchia i sentimenti dell’utente, il confine fra strumento e interlocutore sfuma; e con contesti da 128k token la finzione di continuità affettiva crescerà ancora. Occorrono, dice, linee guida che separino utilità e illusione, distinguendo tra coscienza percepita (quanto l’AI sembra viva) e coscienza ontologica (quel che è davvero).
Ed ecco che da un lato designer che cercano di raffreddare la relazione uomo-macchina, dall’altro ricercatori che ricordano quanto poco “cervello” ci sia davvero sotto il cofano. Se non vogliamo un nuovo inverno dell’IA, dobbiamo riconoscere entrambi i limiti: l’affetto che proiettiamo sulle macchine e l’illusione che in quelle risposte abiti un pensiero autentico.
🍏 WWDC25 Apple
Apple torna coi piedi per terra: AI sì, ma senza spararle grosse
L’anno scorso Apple aveva provato a stupire il mondo con annunci ambiziosi sull’AI. Risultato? Una serie di promesse non mantenute, una Siri “rivoluzionata” che non è mai arrivata, e funzioni AI sotto il brand “Apple Intelligence” che hanno lasciato a desiderare. Il tutto, poi, ha generato molti malumori in azienda -vedi la newsletter del 22 maggio-.
Quest’anno, alla WWDC 2025, il tono è cambiato. Niente hype da Silicon Valley. Solo aggiornamenti concreti e -finalmente- realistici.
Craig Federighi lo ha detto chiaramente: “Il nuovo Siri ha bisogno di più tempo”. Fine delle fanfaronate, almeno per ora. Apple ha presentato miglioramenti estetici come il nuovo look “Liquid Glass” per icone e menu e modificato il modo in cui nomina i suoi sistemi operativi -arriva iOS 26-. Cose piccole, ma funzionanti.
Sul fronte AI? Pochi passi ma solidi: traduzione live nelle app -una vera killer application-, screening delle chiamate, analisi dei contenuti on device -senza mandare niente nel cloud-, e apertura ai developer per usare modelli AI localmente.
Insomma: meno magia, più ingegneria.
In tutto questo però c’è un grande assente: gli sviluppatori. Nessun riferimento al malcontento crescente né alla battaglia sulle commissioni App Store, che molti vorrebbero ridotte. Apple ha ignorato del tutto l’argomento, fingendo che la tensione non esista. Una mossa rischiosa. Perché se fino ad ora Apple ha fatto un’enorme leva su di loro per popolare di contenuti le sue scatole luccicanti, forse è il caso di iniziare a trattarli meglio.
🧨 Innovazione & Guerra
Startup contro le mine: l’Ucraina reinventa lo sminamento sotto le bombe
In Ucraina, ogni centimetro liberato conta. E ora, a farlo più in fretta -e con meno rischi-, ci stanno pensando anche le startup. L’interessante articolo di Tech.eu racconta come un intero ecosistema tech si stia mobilitando per affrontare una delle emergenze più letali e più sottovalutate della guerra: le mine antiuomo.
In un Paese dove 30% del territorio è contaminato da ordigni inesplosi, la tecnologia diventa questione di vita o di morte. Dai droni che mappano i terreni, ai robot semi-autonomi per lo sminamento, passando per AI che analizzano immagini satellitari, l’innovazione ucraina corre. E spesso lo fa con budget ridicoli, ma con una spinta che nessuna Silicon Valley può replicare: la sopravvivenza.
Il governo ucraino ha creato una startup sandbox per testare rapidamente questi strumenti sul campo. E alcune soluzioni hanno già attirato l’interesse di governi e ONG in Asia e Africa.
Un caso potente di tecnologia di guerra che potrebbe diventare tecnologia di pace. E un monito per chi pensa ancora che l’innovazione sia solo questione di pitch e valutazioni.
🛰️ Sicurezza & AI
Claude entra al Pentagono: la corsa all’AI militare si fa (molto) seria
Anthropic lancia Claude-Gov, la versione “classificata” del suo LLM: opera su reti Top Secret, decifra documenti d’intelligence, coglie dialetti rari e “rifiuta meno” prompt contenenti materiale riservato. Viene sviluppato in ambienti a uso ristretto ed è già conforme alle specifiche del Dipartimento della Difesa.
Integrato in AWS GovCloud, Claude-Gov porta Anthropic nello stesso ring di Palantir, Microsoft e, presto, OpenAI per i contratti federali, accelerando la corsa ai modelli verticali per domini sensibili.
È un passaggio simbolico ma potente: Claude, noto al grande pubblico per la sua gentilezza e capacità di ragionamento, entra ora nell’arena dell’intelligence e del warfare. E lo fa con il pieno supporto del governo USA.
La mossa segue la recente assegnazione da parte del Pentagono di un contratto multi-miliardario che coinvolge anche OpenAI, Microsoft, Google e Amazon per lo sviluppo di tecnologie AI a uso militare.
Ma più autonomia in zone d’ombra significa nuovi interrogativi: chi audita bias ed errori di un algoritmo i cui prompt restano secretati? Finché il codice resterà blindato nei bunker, il controllo democratico dovrà inseguire decisioni prese -e nascoste- da LLM.
👷♂️ Lavoro & AI
Sindacati VS Intelligenza Artificiale: la nuova battaglia per i diritti dei lavoratori
Negli Stati Uniti, i sindacati si stanno muovendo in fretta per cercare di contenere l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro. Dopo decenni di declino, ora sono tornati centrali nel dibattito: vogliono regole chiare su come, quando e dove l’Intelligenza Artificiale può essere usata per valutare, sorvegliare o sostituire i lavoratori.
Dai camionisti agli attori di Hollywood, passando per i lavoratori dei call center, l’AI minaccia di automatizzare funzioni senza preavviso, con il rischio di tagli invisibili e decisioni opache prese da algoritmi non regolati.
Il cuore della battaglia? Trasparenza e consenso. I sindacati chiedono che l’uso dell’AI venga negoziato nei contratti collettivi, con tutele precise contro abusi e monitoraggi selvaggi.
Un tema che, prima o poi, arriverà anche da noi. Perché se l’AI diventa la nuova “macchina a vapore” del XXI secolo, allora la vera sfida sarà sociale, non solo tecnologica.
Chi non lo capisce, rischia di costruire il futuro su fondamenta instabili. Se Pensate però che il problema impatti solo i colletti blu, allora vi sbagliate.
Satya Nadella ha rimesso mano – ancora una volta – alla leadership di Microsoft. L’obiettivo è ormai chiarissimo: consolidare l’AI al centro dell’intera azienda, a ogni livello.
Il segnale più forte? Mustafa Suleyman, co-founder di DeepMind e figura chiave del nuovo team AI, diventa l’interfaccia pubblica dell’intelligenza artificiale made in Redmond - consiglio vivamente la lettura del suo “L’onda che verrà”, Garzanti-. Nel frattempo, Rajesh Jha, storico responsabile del gruppo Office e Teams, lascia l’azienda, chiudendo un’era fatta di suite produttive e abbonamenti aziendali.
Nadella sta costruendo un Microsoft diverso: meno “Windows & Word”, più modelli linguistici + cloud + prodotti AI-first. E la velocità con cui cambia le prime linee è un indizio chiaro: chi non si adatta, resta indietro. Anche -o soprattutto- dentro l’azienda.
È una lezione per tutte le big corp: l’AI non è più un dipartimento. È la nuova architettura aziendale.
💊Pillole
Google lancia "Scheduled Actions" per Gemini, permettendo agli utenti di automatizzare task ricorrenti come promemoria quotidiani, riassunti email e aggiornamenti personalizzati. La funzione compete direttamente con ChatGPT, ma si distingue per l'integrazione profonda con Gmail, Calendar e Docs, rendendo Gemini un vero assistente produttività nell'ecosistema Google.
Le "Big Four" vogliono dotarsi tutte di modelli e prodotti AI di revisione aziendale.
Nel suo blog, il CEO di OpenAI Sam Altman ha svelato che ogni richiesta a ChatGpt consuma in media 0,34 wattora di elettricità e circa 0,000085 galloni d’acqua per il raffreddamento. Un’enormità. Ma negli stessi giorni OpenAI dichiara di aver raggiunto i 10 miliardi di dollari di ricavi annui ricorrenti -raddoppiando anno su anno-. Secondo le stime interne, l’azienda prevede di superare i 125 miliardi di dollari di ricavi entro il 2029, grazie ad agenti AI e nuovi prodotti. Senza energia che nutra le macchine però, questa crescita sarà messa in discussione, come lo sarà il nostro ecosistema.
OpenAI ha bannato decine di account ChatGPT utilizzati da hacker di Russia, Cina e Iran per sviluppare malware e campagne di disinformazione. L'AI democratizza l'accesso alla tecnologia, ma amplifica anche le capacità degli attori malevoli statali.
Il mercato SaaS rallenta drasticamente: i colossi del cloud crescono ancora ma a tassi dimezzati rispetto al boom 2021-2022. Gli investitori hanno cambiato le regole del gioco, puntando su margini e profittabilità invece che sui "nuovi loghi". È finita l'era del "cresci a tutti i costi": ora sopravvive solo chi sa essere davvero indispensabile.
Vitruvian Smart è un modello LLM sviluppato da ricercatori italiani che unisce linguaggio, vista, movimento e ragionamento. Un ambizioso passo verso un’intelligenza artificiale dal pensiero...tricolore.
Warner Bros. Discovery si dividerà in due aziende: una per cinema, TV e streaming (HBO Max), l’altra per i canali via cavo. Una mossa per affrontare meglio un mercato sempre più frammentato.
MrBeast ha raggiunto 400Milioni di iscritti al suo canale YouTube. (Netflix ne ha circa 380 milioni).
🎬 Pop
Fiat ha presentato Tris, un veicolo elettrico a tre ruote pensato per la mobilità urbana: la versione elettrica del mitico APE. Compatto, economico e modulare, arriverà nel 2026 e sarà lanciato in india ed altri mercati asiatici. Concepito anche in versione cargo, punta a rivoluzionare il trasporto cittadino partendo da un’icona italiana.
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